In questo preciso istante dovreste chiedervi se non ho perso la bussola dei titoli? Cosa hanno a che fare “Caccia”, “Lupo” e “Pendolo” nello stesso articolo? Se per i primi due termini una relazione sembra più che ovvia, la relazione tra gli stessi e il “Pendolo” lo è un po’ meno. Procediamo con ordine.

Questo fine settiman, grazie alle nostre conquiste politiche e alla stabilità democratica del nostro paese, abbiamo la possibilità di esprimerci come popolo su svariati temi, che in altri paesi verrebbero invece trattati sotto la voce “gestione corrente dello stato”.

CACCIA, LA PRIMA

Parlando di caccia, quando si dice che è necessario l’acquisto di nuovi caccia (che sarebbe più corretto chiamare piattaforme aeree per il trasporto di carichi operativi sensori ed effettori, ma è un po’ complicato), non si sta gridando “Al lupo, Al lupo” invano. La necessità è quella di fornire all’esercito, che ricordiamo essere lo strumento esecutivo a cui sono demandati i compiti costituzionali stabiliti dalla politica di sicurezza, i mezzi adeguati anche nel futuro. Anche quello un po’ oltre domani e dopodomani.

E’ vero: la probabilità di un conflitto armato diretto contro la Svizzera è pressoché nulla, ma come la mettiamo con un conflitto a poche centinaia di chilometri dai nostri confini? Non insegna forse la storia recente che le probabilità sono alte, anzi certe?. Inoltre, la conformazione geopolitica attuale ci mostra che 3 paesi confinanti sono coinvolti in operazioni di guerra, e ospitano basi militari di altri paesi coinvolti globalmente nei conflitti in corso. Sarebbe dunque tantomeno adeguato far gestire la sicurezza del proprio spazio aereo a questi paesi terzi, oltretutto non neutrali

La scelta di mantenere delle forze aeree efficienti e credibili è la condizione ultima per essere coerenti con gli obiettivi di politica di neutralità armata e di politica estera che tanto hanno contribuito al benessere di cui oggi possiamo godere. Questo è il vero lusso. Non il previsto rinnovo della flotta come si vorrebbe erroneamente far credere.

CACCIA, LA SECONDA

Allo stesso modo, sempre parlando di caccia, non si grida “Al lupo, al lupo” invano. Il Lupo non è ancora ritornato ad essere un problema serio. Lo è però in casi puntuali, che fanno molto male a chi è coinvolto, e che purtroppo non fanno altrettanto male a chi la natura la conosce solo da qualche sporadica passeggiata e i documentari televisivi. La nuova legge, equilibrata e formulata in modo assai chiaro leggendo il testo di legge che tutti hanno ricevuto assieme alle istruzioni di voto. Nessuna mattanza prevista!

Leggo solo un approccio pragmatico e strutturato, con diverse istanze e livelli decisionali, competenze stabilite e vie di ricorso definite per permettere una valutazione corretta e attuale di situazioni la cui portata va ben oltre a quello che la maggior parte di noi si immagina.

Il nostro territorio è stato plasmato e gestito nel tempo per strappare qualche metro quadrato utilizzabile per vivere e sopravvivere. Se pensiamo in modo lungimirante, dovremmo continuare a incentivare questo tipo di gestione del territorio a km 0, non renderla impossibile mediante paletti e regolamenti calati dall’alto, con poca o nessuna cognizione di causa. Chi parla di recintare certi nostri scoscesi e rocciosi alpi, semplicemente non l’ha mai fatto. Chi parla di tenere nel recinto tutto l’anno le capre, non ne ha compreso il carattere e le abitudini. Chi sminuisce i rischi legati alla presenza dei cani da protezione, peraltro estranei al nostro territorio, non li ha mai incontrati.

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L’abbandono per sfinimento di porzioni del nostro territorio da parte degli agricoltori, che lo siano di mestiere o per passione, è facile intuirlo, avrà conseguenze poco belle nel lungo termine.

Per questo, la nuova legge sulla caccia è necessaria ed equilibrata. Se vogliamo salvaguardare il nostro territorio e tramandarlo alle future generazioni, la stessa legge non può che essere approvata, ricordando che gestire non vuol dire per forza uccidere.

IL PENDOLO

Le posizioni contrastanti che nascono sempre più in questi ultimi anni su referendum e votazioni, sono il frutto di una politica degli estremi. Non vi è da meravigliarsi che poi il pendolo delle conseguenze sociali, politiche, economiche oscilla sempre più forte.

Ho visto persone scagliarsi contro altre persone in modi assurdi, dove l’opinione non era mai incentrata e argomentata sull’oggetto, ma sul soggetto che la esponeva.

Mi auguro che si possa tornare a discutere degli oggetti in votazione, e smettere con quel modo di insultare le persone per la posizione che difendono.

Azione scatena reazione. Ora è il caso di investire le energie per rallentare e ammortizzare le oscillazioni di questo pendolo, prima che faccia come l’altalena quando da piccoli si esagerava: o si vola via davanti, o si fa il giro sopra. In entrambi i casi erano dolori, almeno tanto dovremmo averlo imparato. Buona votazione

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